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Comunicati Milano

Appalto past. Sumento costo e distanza. meno cibo!

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NUOVO APPALTO PASTO,

AUMENTO DI PREZZI E DISTANZE,

DIMINUZIONE DEL CIBO.


Come nella migliore tradizione italica, a ridosso delle festività pasquali, è stata pubblicata la Determina di affidamento del servizio di ristorazione dei dipendenti del Comune di Milano, rendendo evidente, ancora una volta, la volontà di non investire sul personale.

Il gigante ha finalmente partorito il topolino e la prima cosa che notiamo è che cambiano i nomi ma non i pupi: la gara, infatti è stata vinta dalla società PLUXEE, che è il nuovo nome di SODEXO:

Da un’attenta lettura del testo, nonostante tutte le rassicurazioni espresse dai responsabili del Comune di Milano e gli incontri sindacati-dirigenti-assessori tenutisi nel corso del 2022-2023 emerge che dal 2.5.2024, è vero che il valore del ticket passerà da 5€ a 7€, ma il costo per il dipendente di un pasto completo (primo secondo contorno acqua) subirà un aumento del 34% passando dai 2,67€ odierni a un importo massimo pari a 3,50€, mentre il costo di un pasto light sarà di 2€, da corrispondere direttamente in contanti dal lavoratore all’esercente. Scompare il caffè, istituzionalizzata la possibilità di asporto.

Il considerevole aumento del costo del pranzo a carico dei dipendenti avrà come diretta conseguenza la diminuzione sostanziale dell’apporto proteico e nutritivo determinato dalla probabile scelta del pasto ridotto a una sola pietanza: un aspetto che non potrà non avere effetti sulla salute e sul benessere dei lavoratori. In alcuni casi pietanze dalle porzioni scarne servite insieme, dentro piatti di dimensioni di un piatto piano solitamente utilizzato per un secondo, sono considerati pasti, a dispetto di ogni definizione e tabella alimentare.

Da non sottovalutare la presenza nell’organico di numerosi/e colleghe/i che vivono da soli/e e che utilizzavano il pasto convenzionato come principale apporto calorico e proteico della giornata: per loro il taglio delle quantità di cibo determinato dal nuovo appalto avrà ulteriori conseguenze economiche.

 

Verrà pubblicata entro il 30 aprile la lista dei 900 esercizi commerciali nei quali sarà spendibile il nuovo ticket: almeno 300 per il pasto convenzionato (orario di spendibilità 12/15) e 600 per un pasto non in convenzione (spendibilità nella sola giornata senza possibilità di cumulabilità). Resta da capire se questi esercizi comprenderanno delle possibilità di acquisto per i numerosi colleghi con problemi alimentari, che in passato avevano diritto al ticket sostitutivo, e che adesso non vengono proprio menzionati, e resta altresì tutta da vagliare la economicità degli acquisti, visto che il ticket da 7€ non sarà spendibile nei supermercati ma solo nella piccola distribuzione e negli esercizi commerciali che ci saranno indicati.

Ancora da realizzare, come mera possibilità e nella piena discrezionalità dell’Amministrazione circa il quando e il se, il passaggio al ticket vero e proprio, di 7€, cumulabile e spendibile nei supermercati, come avviene nelle altre aziende, enti locali e Ministeriali in tutta Italia, proposta condivisa da centinaia di lavoratori che avevano sottoscritto una raccolta firme in tal senso promossa già nel 2022 dall’Unione Sindacale italiana.

 

Ma la cosa, se possibile, più scandalosa e vergognosa di tutte è l'aumento della distanza minima dei locali dai luoghi di lavoro dei dipendenti: ben 1 km (tra l'altro derogabile in senso  peggiorativo in caso di "oggettiva e documentata impossibilità"!): praticamente per molti non sarà più sufficiente neanche un'ora solo per raggiungere fisicamente a piedi il locale dove fare la pausa pranzo e ritornare al lavoro! In foto, un dipendente comunale che si reca in volo in pausa pranzo...

Resta inspiegabile se non con un netto taglio delle spese per il personale, una scelta così limitante da parte del Comune stante il calo di oltre 3000 lavoratori dal 2015 ad oggi e le decine di milioni di euro di risparmi generati dalla negazione del diritto al pasto per i periodi di chiusura dovuti al Covid e al lavoro agile che perdura da ormai 5 anni.

In conclusione, non possiamo fare altro che esprimere un giudizio negativo sull'appalto in oggetto, visto la sostanziale negazione del diritto al pasto: con questo appalto vengono contraddette tutte le dichiarazioni e i documenti sull’importanza dell’alimentazione (Food Policy, Expo Food for the planet) emanate negli ultimi 10 anni da diversi assessorati del Comune di Milano, proprio nel momento in cui tale teorie dovevano essere messe in pratica per i propri dipendenti.

 

RSU USI Comune di Milano

Maria Rosa Guida

Stefano Mansi

Miloano 09.04.24

 

Ferie da concordare.

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MMilano li 11.04.2023

Spettabile

Vivaldi & Cardino S.P.A.

Via Console Flaminio n° 17

20134 Milano

Spettabile

Pfe S.P.A

 

Viale Gran Sasso 11

Miano

l

E P.C.

Spettabile

Università degli Studi di Milano-Bicocca

Piazza dell'Ateneo Nuovo, 1

20126 Milano

Oggetto: Ordine di servizio del 11/04/2023 di Vivaldi e Cardino

La presente nell’interesse dei lavoratori nostri associati impiegati presso l’appalto Bicocca delle società in indirizzo nostri associati e per i quali contestiamo quanto segue.

Nei mesi precedenti i lavoratori di entrambe le società presenti in appalto erano stati invitati a più riprese dai propri responsabili a fruire di tutte le ferie e ROL residui al fine di azzerare gli stessi in vista della scadenza dell’appalto; molti lavoratori non hanno dato seguito a questa imposizione verbale datoriale.

Il tutto avvenuto senza coinvolgere la scrivente O.S.

In data odierna è arrivato un ordine di servizio da parte di Vivaldi e Cardino in formato PDF sui cellulari personali dei lavoratori, tramite messaggio What’s up, che intima a tutti i dipendenti di concordare con i propri responsabili la programmazione delle ferie e dei rol residui in modo da giungere al completo godimento di quelle maturate e non fruite entro la scadenza del 30 aprile 2023 che, come scritto in premessa nell’ordine di servizio, corrisponde alla scadenza dell’appalto.

L’ordine di servizio, a detta della Vivaldi e Cardino, trova fondamento improprio da un estratto dell’articolo 42 del CCNL applicato che cita “Il lavoratore che nonostante l’assegnazione delle ferie non usufruisce per Sua volontà delle medesime non ha diritto a compenso alcuno” e che per tanto qualora il dipendente si asterrà dal seguire l’ordine di servizio le ferie si estingueranno anche se non fruite.

Senza voler trascurare il fatto che i lavoratori subiscono già ferie imposte a causa del calendario universitario sottolineiamo che il senso del citato art. 42 del CCNL applicato viene totalmente stravolto ed utilizzato ad hoc per i fini datoriali dato che nello stesso capoverso viene spiegato, ma omesso nell’ordine di servizio, il motivo per il quale il lavoratore deve fruire delle ferie che altro non è “… lo scopo igienico e sociale delle ferie…” e non lo scopo economico che intende perseguire Vivaldi e Cardino di non pagare le eventuali ferie residue che dovrà corrispondere ai propri dipendenti avendo perso l’appalto (senza trascurare il fatto che i ROL nulla hanno a che fare con il presente articolo).

In conclusione, i lavoratori nostri associati che non avranno interesse a seguire quanto scritto nell’ordine di servizio non concorderanno alcun periodo di ferie/ROL ma si presenteranno regolarmente sul posto di lavoro e gli eventuali periodi di ferie/ROL non fruiti gli dovranno esser corrisposti congiuntamente con l’ultima busta paga.

Si diffida PFE S.P.A. a seguire anch’essa la strada intrapresa da Vivaldi e Cardino.

La presente viene contestualmente inviata alla committente ai fini della responsabilità solidale.

Nell’attesa distinti saluti

P. la segreteria

Bruzzese Emanuele

 

SERVIZI AL CITTADINO E MUNICIPI: ADESSO BASTA!   

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DISASTRO ANAGRAFE, SERVIZI AL CITTADINO E MUNICIPI:

ADESSO BASTA!


I lavoratori dell’Anagrafe, dei Funebri, dei Municipi, dei Messi e di tutti i Servizi Civici sono stanchi e crediamo lo siano anche i cittadini del Comune di Milano, i nostri veri datori di lavoro. Concittadini ai quali viene elargito un pessimo servizio, e a cui nonostante la fine della pandemia non è stato consentito per lungo tempo l’accesso alle sedi di anagrafe se non su appuntamento o per comprovate urgenze.

Oggi circa la metà delle delegazioni anagrafiche sono chiuse per mancanza di personale.

 

Noi lavoratori siamo stanchi, ma ben determinati a far valere le nostre ragioni e dei nostri concittadini, a difesa del servizio pubblico  e pertanto ci battiamo e vogliamo che le sedi di anagrafe restino tutte aperte.

 

Basta all’obbligatorietà della prenotazione online o tramite 020202, basta invitare l’utenza a usare le piattaforme online per inoltrare pratiche se queste poi non vengono lavorate e si traducono in un disastro.

 

L’efficientamento e la dematerializzazione sono stati in realtà un fallimento e i nostri dirigenti invece di porvi rimedio hanno pensato bene che il problema era l’utenza. Il  cittadino individuato come nemico e per cui ci hanno obbligato a seguire corsi su come difenderci dalle loro intemperanze e azioni violente. Non solo, ma anche per il clima di guerra, hanno pensato bene di militarizzare le sedi di  anagrafe e  invece di aumentare il numero dei lavoratori,  schierare personale delle forze dell’ordine (…a tutela di che?!).

 

Internet va benissimo, ma poi le pratiche vanno lavorate nei tempi e nel rispettodelle norme riguardo la trasparenza tutela procedura degli atti amministrativi.

 

Occorre personale non solo agli sportelli, ma anche negli uffici di anagrafe e fermare in ogni modo derive privatistiche!!

Chiediamo che i commessi che prestano servizio nelle sedi anagrafe e svolgono mansioni proprie di  collaborazione inerenti l’attività di anagrafe passino al settore  Servizi al Cittadino, siano formati adeguatamente e venga attribuito loro un livello inquadramento pari alle mansioni effettivamente svolte.

Chiediamo ora più che mai che anche ai lavoratori dell’anagrafe, siano impiegati di sportello o d’ufficio, venga assegnato un livello di inquadramento pari alle effettive mansioni svolte.

L’operatore di anagrafe non può essere considerato un collaboratore amministrativo. Non parliamo poi dei responsabili dei saloni di anagrafe inquadrati come istruttori amministrativi o addirittura collaboratori amministrativi.

 

Noi vigileremo inoltre sulla corretta applicazione che i nostri dirigenti faranno del nuovo ccnl, nonchè sui criteri della spartizione e l’erogazione dei fondi e per quanto riguarda la chiusura casus belli delle sedi comunali.

 

Riteniamo l’azienda obbligata a fornire ai lavoratori gli strumenti per lo smartworking: a 3 anni dall’inizio della pandemia centinaia di lavoratori non hanno ancora ricevuto il pc portatile per lavorare da casa e nessun rimborso sull’uso e l’installazione del wi-fi domestico.

Chiediamo un piano straordinario di assunzioni che ponga rimedio al disastro provocato dagli ultimi 3 piani del fabbisogno del personale che hanno fatto perdere ai servizi quasi 2000 dipendenti in 7 anni. Nel 2015 l’anno di Expo i lavoratori del Comune di Milano erano 14.500 oggi siamo rimasti in meno di 13.000 e le conseguenze sull’erogazione dei servizi indispensabili sono sotto gli occhi di tutti.

 

I lavoratori aderenti all’Unione Sindacale Italiana

Milano 10.01.2023

 

   

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