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FAQ

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1. Perchè le Bandiere sono rossonere?
2. Perchè uno dei simboli più usati è il gatto nero?
3. Perchè l'USI si pone il problema dell'Internazionalismo ed associa alla sua sigla: fedele ai principi dell’AIT?
4. Quando è stata rifondata l'USI?
5. In quali settori è presente l'USI?
6. ... e tutto il resto?
7. ma l'USI è un'organizzazione anarchica?
8. COME ORGANIZZARSI

1) Perchè le Bandiere sono rossonere?
Le bandiere rossonere rappresentano da un secolo, o forse più, l’area del sindacalismo rivoluzionario. La prima presenza di queste bandiere è segnalata nella rivolta di Lione del 1831, poi nella Comune di Parigi (1871) ed in Messico (1879); rappresentavano, secondo gli storici, la componente non autoritaria della Prima Internazionale.
Ma è dalla Spagna, con la CNT (che l’aveva adottata sin dalla sua nascita nel 1910) durante la rivoluzione sociale degli anni 30, che la bandiera rossonera si diffonde in tutto il mondo, venendo a rappresentare ed unire le idee libertarie e l’azione diretta (il nero) con il movimento operaio e sindacale (il rosso).
Da quegli anni essa rappresenta il sindacalismo dell’azione diretta e quello autogestionario ed è stata adottata dall’USI come colore per le sue bandiere.

2) Perchè uno dei simboli più usati è il gatto nero?
Questo simbolo rappresenta i lavoratori dell’IWW, detti anche i gatti neri e/o selvaggi, capaci di spostarsi in tutti gli stati americani, per aiutare e coordinare le lotte e gli scioperi del nascente movimento operaio.
E’ diventato un simbolo molto diffuso nell'area del sindacalismo dell’azione diretta e di quello autogestionario, anche per ricordare gli scioperi, duri detti a “gatto selvaggio”. Anche associazioni federate all'USI l'hanno adottato come simbolo.
Il gatto nero "cerchiato" è stato oggetto di imitazioni e strumentalizzazioni da parte di sindacati molto lontani dalla nostra pratica (come per esempio l'UGL credito ...), ma solo il nostro è quello originale!

3) Perchè l'USI si pone il problema dell'Internazionalismo ed associa alla sua sigla: fedele ai principi dell’AIT?
Ricordiamo che nell'ottocento non esisteva un modello di sindacato vero e proprio, c’era solo la Prima internazionale – l’Associazione Internazionale dei Lavoratori, fondata da Marx e Bakunin.
L'AIT confederava ai suoi inizi tutte le correnti autonome del movimento operaio, affermando che "l'emancipazione dei lavoratori sarà l'opera dei lavoratori stessi". Ma Karl Marx e i suoi vollero farne uno strumento della loro politica, subordinando l'organizzazione operaia alla conquista del potere politico e, in modo coerente, controllando le attività delle sezioni tramite il Consiglio Generale insediato a Londra.
Contro questo centralismo autoritario, Michail Bakunin e i suoi amici della Federazione Giurassiana che praticavano il federalismo e, valorizzavano l'esperienza della Comune di Parigi del 1871, diedero forma poco a poco a quello che sarà il movimento anarchico e anarcosindacalista (quello poi definito del sindacalismo dell’azione diretta o rivoluzionario). Niente di strano che per questo siano stati espulsi! Sono quasi tutte le forze vive dell'Internazionale, quelle che rappresentano i lavoratori, che fraternizzano con loro e che sostengono il congresso "federalista" convocato a Saint-Imier, nel Giura svizzero, nel settembre 1872.
"L'autonomia e l'indipendenza delle federazioni e sezioni operaie sono la prima condizione dell'emancipazione dei lavoratori" dichiara il congresso, che propone di stringere un "patto d'amicizia, di solidarietà e di mutua difesa tra le libere federazioni" stabilendo fra loro una corrispondenza diretta e una difesa solidale, per "la salvezza della grande unità dell'Internazionale".
Il ramo federalista o antiautoritario dell'AIT ha avuto sezioni importanti in Italia, in Spagna e in Svizzera, e dei gruppi meno numerosi in Francia, in Belgio, negli Stati Uniti, in Uruguay e in Argentina così come delle adesioni dalla Germania e dai paesi nordici.
Purtroppo in quest’ultimo decennio, dopo che si era ricostituita negli anni ’80, per colpa di una componente integralista anarchica ci sono state varie espulsioni (tra l’altro non previste dallo Statuto) che hanno ridotto l’AIT ad un insieme di gruppi anarchici poco collegati con il movimento di lotta dei lavoratori e l’autorganizzazione sindacale.
Noi, come USI. oggi ne siamo fuori, proprio in base ai principi della nostra Confederazione, ma riconosciamo validità ai principi fondanti l’AIT come associazione internazionale dei lavoratori non autoritaria, ai quali restiamo fedeli.
L'USI ritiene che la lotta di classe è una prassi che riguarda tutti i paesi del mondo; una lotta unitaria contro le tendenze militariste, razziste e di puro dominio che stanno scolvongendo il mondo.
Per noi un altro mondo è possibile!
Anche per questo continuiamo ad impegnarci per dar vita ad un coordinamento di tutto il sindacalismo alternativo.

4) Quando è stata rifondata l'USI?
L'USI è sta rifondata di fatto nel 1950 con uno statuto depositato dal notaio da parte di vecchi militanti sindacalisti liguri.
Non riuscì però a ricostituirsi a livello nazionale sia perchè gran parte dei sindacalisti rivoluzionari, rimasti in vita, avevano preferito seguire Di Vittorio nella CGIL, dando vita ai Comitati di difesa sindacale, che per la contrarietà espressa alla sua rinascita dalla componente anarchica e dalla FAI.
D'altra parte c'era anche la preoccupazione di Borghi (tornato dal suo esilio in America) e di altri di non riuscire più a rappresentare direttamente i lavoratori, che durante il fascismo avevano perso la capacità di autorganizzarsi.
La presenza dell'USI in quegli anni fu ridotta a piccoli gruppi a Carrara, a Genova Sestri e con presenze individuali in altre città ..
Negli anni dell'autunno caldo ci fu un tentativo di rilanciare nuovamente l'USI, sia da parte di lavoratori che andavano a dar vita ai CUB (comitati unitari di base) che da parte di alcuni anarchici, vedi Pinelli (anarchico e ferroviere autorganizzato) che stava ricostituendo una sezione alla Bovisa – Milano.
Ma furono anche gli anni di una nuova repressione nei confronti degli anarchici e delle avanguardie, con le varie stragi più o meno “di stato”, che ne fermò il nuovo sviluppo.
Di fatto, solo dopo una decina di anni, anche ad opera di alcuni militanti del movimento Anarchico, come Marcello Cardone, si giunse ad una sua ricostituzione, sia pure solo in forma embrionale, con un attivo a Roma nel 1978, al quale ci fu un'attiva partecipazione anche di lavoratori. Ricordiamo che in quegli anni erano nate anche strutture nel P.I. (precari della 285, ospedalieri e precari della scuola) che si muovevano sul terreno dell'autorganizzazione sindacale.
A questa riedizione dell'USI seguirono ben dieci anni di lavoro e di collegamento con le esperienze di autorganizzazione che si erano venute a creare nella scuola, nella sanità, all'Alitalia, all'Istat ...
Un'attesa positiva che portò ad una sua nuova e reale rifondazione con il Congresso di Roma del 1990, dove venne eletta Segretaria Generale la prof.ssa Claudia Santi, che da giovanissima aveva parteciparo alla prima riunione dell'USI nel 1978 e poi aveva militato nei COBAS, dove era stata eletta nel direttivo nazionale.
La struttura più forte, anche a livello numerico, era la Federazione Intercategoriale Romana, che aveva strutture organizzate e sezioni riconosciute nella sanità, nella ricerca, nella scuola ... A questa sezione vennero anche affidati compiti di collegamento anche a livello internazionale.
Dal '90 al '93 si svilupparono sia i contatti a livello nazionale che internazionale (sia con la ricostituita AIT che con altri sindacati di base extraeuropei) e si cominciò a dar vita ad un progetto di patto federativo del sindacalismo alternativo italiano e ad una proposta di estensione dell'AIT ad altre strutture sindacali, sia pure di impostazione marxista, ma non autoritarie.
La differenza tra l'area sindacalista e quella propriamente anarchica però faceva crescere delle tensioni anche perchè il nuovo segretario eletto non riusciva a coordinare unitariamente tutta l'Unione (che era notevolmente cresciuta, divenendo uno dei punti di riferimento del movimento dei lavoratori).
La proposta di un Patto federativo con alcune strutture di base (l'ARCA, come venne poi denominata) e la proposta di un documento per l'allargamento dell'AIT con la modifica di alcune parti dello Statuto, pur approvate a maggioranza nel comitato dei delegati, vedevano crescere il dissenso, che si trasformava in un vero e proprio movimento per la secessione da parte della componente più anarchica e totalmente minoritaria.
Al Congresso di Roma dell'aprile '96 alcune sezioni non parteciparono, convocando un proprio congresso a maggio a Prato Carnico. Questa frattura si riportò nel Congresso dell'AIT dello stesso anno in Spagna.
Anche perchè pure in Francia era avvenuta la stessa cosa, il gruppo più interno al movimento anarchico aveva sfiduciato di fatto la segreteria parigina ed aveva dato vita ad una propria sezione. In Spagna tutto questo era già avvenuto anni prima e l'ala minoritaria aveva espulso tutti gli altri, che dopo una battaglia legale, avevano preso la sigla CGT.
Nel Congresso dell'AIT avvenne di tutto e di più, con l'espulsione della sezione Parigina con un voto di minoranza e con il rifiuto della nostra USI ad accettare comportamenti veramente autoritari, di stalinista memoria, e di continuare il Congresso, in cui non si sarebbe potuta votare regolarmente alcuna mozione ed in particolar modo la proposta dell'USI di allargamento della stessa AIT.
Ma ormai questi fatti sono per noi passati e stiamo continuando ad andare avanti nella ricostruzione di una vera UNIONE SINDACALE ITALIANA, anche se ancora esistono alcune sezioni che non si riconoscono nel nostro Congresso e nel nostro progetto.
Prosegue anche il nostro lavoro di coordinamento internazionale, che speriamo dia presto i suoi frutti, almeno a livello europeo, dove si è giò costruita una rete del sindacalismo alternativo.

5)In quali settori è presente l'USI?
L'USI AIT ha costituito, in modo formale, vari sindacati nel P.I. (SCUOLA, MINISTERI, UNIVERSITA', ENTI LOCALI) che hanno ottenuto gli attestati dell'ARAN per la possibile partecipazione alle elezioni delle RSU.
Nel privato si è dato vita ad alcuni sindacati che hanno raccolto lavoratori singoli, in maggior parte lavoratori autonomi o collaboratori, per varie vertenze: Arti e Mestieri vari, Informazione e Spettacolo e due sindacati collegati ai posti di lavoro fissi e alla costruzione di sezioni sindacali legalmente costituite e trattanti: USI AIT METALMECCANICI e INDUSTRIA e USI AIT COMMERCIO - TURISMO e SERVIZI (quest'ultimo ha vinto anche vari ricorsi per comportamento antisindacale ed è molto presente a livello nazionale nelle Imprese di Pulizie e nel settore dei Lavoratori delle Coop. sociali e del terzo settore).
L'USI in questi anni ha costruito patti federativi con varie associazioni (anche di tipo culturale come l'ASS. ISIDE), con Laboratori sociali e Cooperative autogestite ed ha dato vita, con la collaborazione dell'USI/RdB Ricerca (che ne fa parte attivamente) ad una struttura affiliata di consumatori ed utenti dei servizi pubblci che si chiama USICONS e che ha presentato quest'anno richiesta per l'accertamento dei requisiti per l'ingresso nella Consulta Nazionale di settore.
L'USI inoltre ha collaborazioni stabili con studi legali, in varie parti d'Italia, con strutture di pensionati (per i quali si sta dando vita ad un apposito sindacato), con CAF per quanto relativo all'assistenza fiscale. Nel complesso oggi l'UNIONE SINDACALE ITALIANA rappresenta un' area di alcune decine di migliaia di persone.

6).... e tutto il resto?
a) dove si possono richiedere i libri e le altre pubblicazioni citate nel CD autoprodotto:
- presso le sedi USI di Milano e di Roma (sedi della Segreteria Nazionale collegiale)
b) dove si possono trovare tutti i CCNL: - sul sito del CNEL (consiglio nazionale dell'economia e del lavoro) - www.cnel.it
c) dove sono le altre risposte:
- nei verbali dei Congressi e nella storia dell'USI
d) come si può avere altra modulistica particolare o risposta a richieste di consulenza:
- ci si può rivolgere presso le nostre sedi nazionali o presso i nostri sportelli di consulenza o in mancanza per e-mail a: Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot.
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7) ma l'USI è un'organizzazione anarchica?
- No, e non solo oggi ma sin dalla sua nascita che vide presenti, anche tra i suoi militanti e dirigenti, tutte le componenti del movimento di lotta dei lavoratori, dall'anarchico Borghi, al comunista Di Vittorio, dal sindacalista Giovannetti ai tanti lavoratori e lavoratrici che ne diventarono i quadri militanti, senza essere passati da aree politicizzate.
È indipendente da ogni forza politica, ma anche da movimenti specifici (vedi pure quello libertario, al quale però si rifà per quanto riguarda il federalismo, l'azione diretta, l'autogestione), come pure da quelli spirituali.

8) COME ORGANIZZARSI
L'USI come avete visto e/o letto è formato da vari Sindacati Nazionali, ma non solo da questi ... esistono infatti anche le Federazioni Territoriali Intercategoriali che raccolgono, come le vecchie e storiche CAMERE DEL LAVORO, tutti i lavoratori e le lavoratrici iscritti/e alla nostra Confederazione a livello territoriale.
Quindi c'è la possibilità di scegliere se iscriversi ai sindacati dell'USI o alle sue Federazioni Territoriali, in ogni caso si può fare l'iscrizione in busta paga con la cessione di credito sui nostri c/c bancari (ne abbiamo diversi per sindacati e/o per situazioni territoriali, proprio per evitare quel sistema di casse centralizzate che è l'opposto del nostro modello di sindacato autogestito) o nel caso del P.I. - della scuola in particolare – sul c/c postale nazionale (per richiesta delle Direzioni Provinciali del Tesoro che automatizzano i versamenti).
Noi consigliamo sempre quella in Busta Paga che non solo ci permette di disporre mensilmente delle cifre versate dai nostri iscritti, ma rende possibile anche far pesare sulle controparti la nostra forza sindacale nei singoli luoghi di lavoro.
Per iscriversi è meglio rivolgersi ai delegati sui posti di lavoro che sono forniti dei relativi moduli (in molti casi diversi secondo i singoli settori lavorativi) da compilare in stampatello, fornendoci anche tutti i dati utili per potervi contattare, e con la vostra firma autografa.
In mancanza ci si può rivolgere alle strutture territoriali o agli sportelli che stiamo aprendo in questi mesi in varie zone, sportelli che faranno consulenza gratuita e daranno le prime informazioni, alle due sedi nazionali di Milano per il Centro Nord e di Roma per il Centro Sud e al cell. del responsabile di Udine, recapiti dei componenti della Segreteria Collegiale, di cui vi riportiamo tutti i dati:

ROMA – Largo Veratti 25 – 00146 - TEL. 06/70451981 – FAX 06/77201444 -

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MILANO Viale ISONZO 10 – 20136 TEL.02/54107087 FAX 02/54107095 -

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UDINE – Via Val D'Aupa 2 - 33100 Tel Fax 0432/050060 -

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Vi consigliamo quindi, in ogni caso, di organizzarvi nell'USI e di contattare per prima cosa, nei vostri posti di lavoro o nella zona dove vivete, altri lavoratori o lavoratrici interessati/e a mettere in piedi una rappresentanza sindacale USI oppure una struttura territoriale, per difendere condizioni di lavoro e/o di vita decenti e per conquistare diritti e miglioramenti salariali non riconosciuti.
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Pensiamo che queste risposte siano sufficienti per iscritti, "sportellanti" e curiosi ... ma in ogni caso siamo a disposizione per qualsiasi altra richiesta di informazione o per copie del molto materiale da noi prodotto in questi anni e che solo in piccola parte abbiamo riportato, con la collaborazione ed il lavoro della coop. edit. L'UNIONE, nel nostro primo CD.
Giuseppe Martelli
SEGRETERIA USI AIT e Presidenza USICONS

Agosto 2005