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I profitti non si fermano!.

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Covid-19

Governo, padroni e sindacati collaborazionisti all’unisono:

I profitti non si fermano!

 

Il protocollo firmato da Governo, Confindustria, Confapi e Cgil, Cisl e Uil il 14 Marzo rappresenta una capitolazione di fronte gli interessi delle aziende. Si scrive che “la prosecuzione delle attività produttive può avvenire in presenza di condizioni che assicurino alle persone che lavorano adeguati livelli di protezione” ma la sostanza è che la produzione continua, aumentando così la diffusione del contagio.

Il senso di questo vergognoso accordo è riassunto bene, dallo slogan "l'Italia non si ferma". Uno slogan che vuol dire che i lavoratori, gli operai, i tanti precari devono continuare a produrre, per non far perdere profitti alle aziende anche a rischio della propria salute o della propria vita.

Si lascia, infatti, la gestione della sicurezza e dell’emergenza sanitaria nelle fabbriche e sugli altri luoghi di lavoro alla totale discrezione degli imprenditori stessi (quella stessa gestione che in periodi normali causa 3 morti al giorno sul lavoro).

Sottolineiamo che il testo in sé non ha alcun carattere prescrittivo, tra l’altro Cgil, Cisl e Uil, lavandosi le mani(con l’amuchina?), hanno demandato tutto alle Rsa interne e ai Rls.

Questo protocollo in continuità con i decreti governativi è una ricetta bella e buona per la diffusione del contagio tra i lavoratori.

Con questo accordo si dà totale discrezionalità alle aziende, poiché la gestione della sicurezza è tutta nelle loro mani, si calpesta l’art. 5 dello statuto dei lavoratori, si pone il divieto di qualsiasi riunione in azienda e quindi anche alle assemblee sindacali in spazi che consentano la distanza tra un lavoratore un altro, si da applicazione anche ai lavoratori delle vergognose disposizioni per il personale sanitario del DL del 9 marzo, agli operatori sanitari, infatti, entrati in contatto con un paziente positivo non si applica più la misura della quarantena, ma la sola sorveglianza sanitaria, e questi lavoratori continuano la loro attività lavorativa e sono sospesi solo nel caso di sintomatologia respiratoria, è incentivato l’utilizzo delle ferie senza nemmeno specificare se si tratta di quelle vecchie o di quelle maturate quest’anno o magari ancora da maturare.

Questo protocollo non solo non migliora nulla ma addirittura peggiora ulteriormente le norme sulla salute, la sicurezza e i diritti dei lavoratori!

In Ferrari come in molte altre aziende grazie al lavoro dei rappresentanti sindacali si è firmato un accordo per cui l’azienda chiude 2 settimane e tutti i lavoratori saranno retribuiti al 100%!

Dire, come ha fatto Landini, che ci sono esigenze di produzione "imprescindibili" significa mischiare piani diversi: la produzione di alimenti e generi di prima necessità, strumentazioni mediche, etc., (che non può effettivamente cessare) con la produzione di tutte quelle altre merci di cui l'accordo siglato garantisce la continuità.

I padroni ottengono anche di poter scaricare sulla cassa integrazione e altri ammortizzatori sociali e "sgravi alle imprese" gli eventuali costi per qualche eventuale sospensione "per bonificare" le aziende.

 

A difesa della sicurezza nei luoghi di lavoro:

Spetta al Sindacato intervenire e far includere i Lavoratori/trici nel DPCM dell'11 marzo 2020.

Spetta al Sindacato rendere centrale la piena tutela degli interessi economici di lavoratori/lavoratrici.

Spetta al Sindacato dare indicazioni per difendersi, dagli interessi delle aziende.

Spetta al Sindacato mettere al primo posto la difesa della salute sul luogo del lavoro.

I punti cardine da rispettare da cittadini e lavoratori-lavoratrici: La distanza uno dall’altro, la mascherina, i guanti, il disinfettante, tute e camici monouso.

Nelle aziende dove mancando questi presupposti minimi così come declinato dal DPCM dell’11 marzo 2020 ogni lavoratore può astenersi dal prestare la propria attività lavorativa, restando in azienda e denunciando la mancata applicazione del DPCM.

TUTTI-E A CASA…

In attesa che il padronato attui tutte le misure di sicurezza a tutela della nostra salute nei luoghi di lavoro, e il Governo riconosca ai lavoratori e alle lavoratrici, la piena cittadinanza anche sui posti di lavoro, ogni mezzo di autotutela è legittimo:

Dallo sciopero aziendale, seguito da denuncia a tutte le autorità competenti dove si evidenziano la mancata tutela della salute e della sicurezza; Dall’astensione dal prestare attività lavorativa restando in azienda; (si aggiunge anche la modalità e buona pratica di chiedere, con specifica manifestazione di volontà e dichiarazione da inoltrare al proprio datore di lavoro, la retribuzione per evento eccezionale e di forza maggiore, non dipendente dalla volontà del prestatore di lavoro, come da articolo 1256 codice civile e per i servizi in appalto, convenzione, affidamento, anche in solido agli enti committenti art. 30 comma 5 e 6 D.lgs. 50/2016, in caso di inadempienza datoriale); Alla quarantena nella propria abitazione, a seguito di certificato medico, secondo le normali procedure di comunicazione di assenza per malattia (a tutela della SALUTE).

Le giuste lotte per la salvaguardia dei nostri diritti e della nostra salute

non vanno in quarantena!

 

Per la RSA USI-CT&S

 

Appalto delle Portinerie e Servizi ausiliari Roma3

 

Gianmaria Venturi e Giovanni Perozzi

Roma 18/03/2020